L’Andp’I Roma alla Race for the Cure 2017

“Est enim amicitia nihil aliud nisi omnium divinarum humanarumque rerum cum benevolentia et caritate consensio”, “L'amicizia non è niente altro che l'armonia delle cose umane e divine, accompagnata dalla benevolenza e dalla carità”, Cicerone, Laelius de amicitia.
Quando ci si iscrive a un’associazione d’Arma come l’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia, ANPd’I, che tiene alti i valori della Folgore, se ne accettano gli ideali, la disciplina, il rispetto per la Patria e la bandiera, i princìpi fondanti che sono anche quelli di ogni società civile che vuole definirsi tale, il senso dell’onore, lo spirito di aggregazione. Condividendo tutto questo, si impara ad avere la schiena dritta, a non nascondersi dietro le scuse, a prendersi le proprie responsabilità e assolvere ai propri doveri di “civis”. Per tutto questo, è stato assolutamente naturale che domenica 21 maggio, al Circo Massimo, l’ANPd’I Roma abbia partecipato in forze alla Race for the Cure, la corsa di cinque chilometri o la passeggiata di due, che chiude la tre giorni di eventi, ormai tradizionali, dedicati alla sensibilizzazione e alla raccolta di fondi per la lotta al tumore del seno. Grazie all’interessamento del Gruppo Sportivo Paracadutisti Roma, si sono iscritti 48 soci della Sezione di Roma, dal presidente Adriano Tocchi, ai paracadutisti di ogni età compresi gli istruttori e gli allievi paracadutisti del 163esimo Corso FdV. Tutti orgogliosi di partecipare, perché consapevoli di quanto sia importante l’esserci. Perché quella che chiamiamo, con parola molto abusata e “pelosamente” corretta, solidarietà, quando è vera più che pensiero dev’essere soprattutto azione, partecipazione. È amicizia, è condivisione, è segno, nel senso letterale di sigillo. Il bene non va spiegato, tantomeno giustificato. Si fa. Senza retropensieri. Perché è giusto così. Roma, con ben oltre i 60mila iscritti, è l’edizione con più partecipanti al mondo tra le 150 Komen in America, Europa, Asia e Africa.